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Centenario del Centro di ricerca del CREA Orticoltura e Floricoltura di Sanremo
05/05/2025

Centenario del Centro di ricerca del CREA Orticoltura e Floricoltura di Sanremo

Confagricoltura ha partecipato alle celebrazioni del centenario del Centro di Ricerca del CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) dedicato all’orticoltura ed al Florovivaismo che ha sede a Sanremo. Il centro, nato nel 1925 come “Stazione sperimentale per la floricoltura” grazie all’intuito dell’agronomo Mario Calvino, primo direttore seguito poi dalla moglie Eva Mameli Calvino. In particolare, Confagricoltura ha partecipato alla giornata di confronto tra rappresentati della ricerca, Istituzioni e organizzazioni di rappresentanza del mondo agricolo che si è svolto il 29 aprile, giornata centrale della “tre giorni” dedicata a questo storico centro di ricerca ed ai risultati che sono stati conseguiti in questo secolo di vita. Confagricoltura ha evidenziato la rilevanza del settore, che in base ai primi dati del 2024 mostra segnali di ripresa con un aumento del valore ma anche del volume della produzione florovivaistica in recupero rispetto al passato. Il florovivaismo è decisivo in particolare per alcune regioni e territori dove incide in maniera significativa sulla produzione agricola del territorio. Un settore multiforme, dalla floricoltura al vivaismo di vario genere, anche a finalità produttive e forestali sino a piante aromatiche ed officinali ed alla produzione di fiori eduli; una segmentazione complessa che richiede anche una distinzione nella definizione delle politiche del comparto come richiesto da Confagricoltura e come previsto nella legge delega per l’inquadramento del settore. La cultura del verde comunque richiede di essere promossa come sta facendo Confagricoltura in collaborazione con Assoverde, tramite il Libro Bianco del Verde, ormai giunto alla quarta edizione e che verrà presentata a breve. Venendo infine al tema della ricerca, Confagricoltura ha poi rimarcato quanto sia essenziale per migliorare i risultati anche economici degli operatori; non solo per l’ottenimento di nuove varietà, tradizionale campo del miglioramento genetico del settore, ma anche per migliorare la resilienza delle piante, per definire processi produttivi sostenibili e affrontare le problematiche fitosanitarie anche in relazione all’export verso i Paesi esteri. La vicinanza tra centri di ricerca deve essere promossa in un’ottica di partenariato pubblico privato privilegiando le organizzazioni di rappresentanza del settore che sono gli “innovation broker” ideali, in grado di trasmettere nella maniera migliore i fabbisogni delle imprese a chi fa ricerca e produce innovazione e poi successivamente di diffondere agli operatori i risultati di questa attività.