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Audizione Camera dei Deputati sulla Proposta di semplificazione della PAC
04/07/2025

Audizione Camera dei Deputati sulla Proposta di semplificazione della PAC

Lo scorso 1° luglio alla Camera dei deputati, in Commissione Agricoltura, si è svolta l’Audizione nell’ambito dell’esame della proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica del regolamento (UE) 2021/2115 per quanto riguarda il sistema di condizionalità, i tipi di intervento sotto forma di pagamenti diretti, i tipi di intervento in determinati settori, lo sviluppo rurale e le relazioni annuali sull'efficacia dell'attuazione e del regolamento (UE) 2021/2116 per quanto riguarda la governance dei dati e dell'interoperabilità, la sospensione dei pagamenti in relazione alla verifica annuale dell'efficacia dell'attuazione, i controlli e le sanzioni. Confagricoltura, che ha preso parte all’audizione, ha indicato che la proposta di semplificazione della PAC appare poco ambiziosa, sicuramente non all’altezza delle aspettative delle imprese agricole e non allineata agli obiettivi indicati nella “Una visione per l’agricoltura e l’alimentazione. Realizzare insieme un settore agricolo e alimentare dell'UE attrattivo per le generazioni future” che prevedono, invece, un marcato cambio di passo rispetto al precedente quadro delineato dal “Green deal”. Confagricoltura ha commentato come di seguito i principali aspetti della proposta: (1) le norme di semplificazione previste in tema di condizionalità hanno una scarsa rilevanza per il sistema agricolo italiano. Infatti, la conformità per il biologico a ulteriori norme BCAA, oltre alla BCAA 7 attualmente già prevista è interessante, ma sicuramente non sufficiente; inoltre secondo Confagricoltura tale conformità andrebbe estesa alle aziende in conversione, alle aziende miste e dovrebbe essere prevista anche per la produzione integrata; (2) l’innalzamento del valore del pagamento forfettario annuale per l’intervento “piccoli agricoltori” a 2.500 euro (dagli attuali 1.250 euro) non sembra essere interessante e rischia, inoltre, di polverizzare ulteriormente pagamenti e strutture aziendali invece di promuovere l’aggregazione e la strutturazione delle imprese in grado di orientarsi al mercato; indirizzo principale che la Politica agricola comune dovrebbe avere; (3) in tema di gestione del rischio, le due misure inserite nel primo e nel secondo pilastro della PAC per erogare, a carico dei rispettivi budget, indennizzi per le imprese colpite da calamità naturali, eventi climatici avversi o eventi catastrofici esclude queste misure dal Fondo di riserva unionale. Un passaggio questo inaccettabile, sia perché riduce il campo della “Riserva”, di cui anche l’Italia in passato si è avvalsa, sia perché sposta il fabbisogno finanziario per la gestione delle avversità sui budget per pagamenti diretti e sviluppo rurale.