
Vino – Confagricoltura presenta le proposte sul Pacchetto Vino agli eurodeputati
Confagricoltura ha trasmesso agli eurodeputati una serie di proposte emendative alla proposta di regolamento della Commissione europea sul cosiddetto “pacchetto vino”, relativo alle norme di mercato e alle misure di sostegno settoriale per i prodotti vitivinicoli e vitivinicoli aromatizzati. Le proposte della Confederazione vanno nel senso di rafforzare la competitività del settore, fornire risposte concrete alle difficoltà di mercato e valorizzare le produzioni vitivinicole europee. In particolare, Confagricoltura, che accoglie positivamente l’estensione da tre a otto anni della durata delle autorizzazioni al reimpianto, considerandola una misura utile per garantire ai viticoltori maggiore flessibilità nella gestione aziendale, ha chiesto l’eliminazione delle limitazioni alla concessione delle autorizzazioni per i reimpianti, trattandosi di una parte integrante del potenziale produttivo e del patrimonio aziendale. Sulle nuove denominazioni per i vini a basso tenore alcolico, Confagricoltura ha proposto di adottare la dicitura “low alcohol”, anche nelle versioni tradotte, o in alternativa “a basso contenuto alcolico, per evitare di generare confusione nei consumatori. Per quanto riguarda gli aiuti in caso di crisi, la proposta di Confagricoltura è di consentire la possibilità, per gli Stati membri, di utilizzare le economie generate dagli interventi settoriali nell’anno in corso, nonché di estendere l’utilizzo dei contributi nazionali previsti nel pacchetto della Commissione alle misure di estirpazione, al fine di garantire condizioni di equilibrio tra gli operatori europei. Rispetto alle misure di promozione sui mercati extra UE, Confagricoltura cha chiesto l’eliminazione dei vincoli temporali, che rischiano di limitare l’efficacia della promozione in aree con alto potenziali di crescita, ed ha proposto di aumentare dal 50% all’80% il contributo europeo per le attività promozionali. Infine, per Confagricoltura è fondamentale prevedere una maggiore flessibilità per consentire agli Stati membri di reagire prontamente a eventi climatici avversi o turbative di mercato, favorendo una gestione più efficace dei fondi a disposizione.