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Riunione tecnica Masaf sul Pacchetto semplificazione PAC
13/06/2025

Riunione tecnica Masaf sul Pacchetto semplificazione PAC

Si è tenuta lo scorso 5 giugno una riunione, presso il Masaf, con all’oggetto l’analisi delle proposte emendative del pacchetto semplificazione della PAC. Nel corso della riunione Confagricoltura, riservandosi un’analisi più approfondita del documento anche alla luce delle risposte ad alcuni quesiti tecnici posti tramite il Copa – Cogeca alla Commissione europea, ha indicato che valuta nel complesso la proposta di semplificazione della PAC come poco ambiziosa, sicuramente non all’altezza delle aspettative delle imprese agricole, e non allineata agli obiettivi indicati nella “Una visione per l’agricoltura e l’alimentazione. Realizzare insieme un settore agricolo e alimentare dell'UE attrattivo per le generazioni future” che prevedono, invece, un marcato cambio di passo rispetto al precedente “Green deal”. In particolare, sugli aspetti più cruciali della proposta, Confagricoltura ha evidenziato che: - le norme di semplificazione previste in tema di condizionalità hanno una scarsa rilevanza per il sistema agricolo italiano (modifica BCAA 1 e BCAA 4). Interessante, anche se non sufficiente, la conformità per il biologico a ulteriori norme BCAA, oltre alla BCAA 7 attualmente già prevista; ma ad avviso di Confagricoltura andrebbe estesa alle aziende in conversione, alle aziende miste e inoltre tale conformità dovrebbe essere estesa anche alla produzione integrata; - l’innalzamento del valore del pagamento forfettario annuale per l’intervento “piccoli agricoltori” a 2.500 euro (dagli attuali 1.250 euro) non sembra essere interessante e rischia, inoltre, di polverizzare ulteriormente pagamenti e strutture aziendali invece di promuovere l’aggregazione e la strutturazione delle imprese in grado di orientarsi al mercato; indirizzo principale che la Politica agricola comune dovrebbe avere; - in tema di gestione del rischio, le due misure inserite nel primo e nel secondo pilastro della PAC per erogare, a carico dei rispettivi budget, indennizzi per le imprese colpite da calamità naturali, eventi climatici avversi o eventi catastrofici esclude queste misure dal Fondo di riserva unionale. Un passaggio questo inaccettabile, sia perché riduce il campo della “Riserva”, di cui anche l’Italia in passato si è avvalsa, sia perché sposta il fabbisogno finanziario per la gestione delle avversità sui budget per pagamenti diretti e sviluppo rurale.