
LA RECESSIONE SI ALLONTANA
Nonostante le previsioni negative, l’ombra lunga della recessione economica si allontana sempre più dall’Italia. Il 2022, secondo gli ultimi dati diffusi da ISTAT e Banca d’Italia, ha segnato un aumento del PIL nazionale del + 3,9% rispetto al 2021, registrando un dato negativo (- 0,1%) solo nell’ultimo trimestre. Le elezioni politiche anticipate, l’accesso alle scorte di gas e la crescita dell’inflazione globale hanno infatti generato una lieve inflessione negativa che, tuttavia, nel complesso non intacca un andamento positivo figlio della ripresa post pandemica. In questo scenario economico ampio merito deve essere riconosciuto al settore primario che, malgrado la congiuntura negativa, ha visto le imprese agricole italiane mantenere elevati i livelli di produzione senza sacrificare la qualità dei prodotti, portando l’export agroalimentare a traguardare il nuovo record storico di 60 miliardi di euro, testimoniando il successo e l’apprezzamento del Made in Italy nel mondo. Le prospettive economiche sembrano mostrarsi più rosee del previsto anche sul piano internazionale. Il Fondo monetario internazionale (Fmi) rivede le stime globali, registrando una panoramica dell’economia mondiale con segno positivo, alzando le previsioni di crescita a circa il 3%. Una crisi meno profonda del previsto per Stati Uniti ed Europa, dove un’inconsueta miscellanea di politiche monetarie restrittive e lauti sussidi governativi hanno probabilmente permesso al Vecchio Continente di superare il gelido “inverno economico”, sebbene si sia comunque reso necessario un intervento della BCE sui tassi di interesse per contrastare l’inflazione. Non da ultimo, occorre osservare come la riapertura della Cina abbia inciso molto sulle revisioni al rialzo del Fmi, dimostrando ancora una volta il ruolo di superpotenza geoeconomica che continua a ricoprire sullo scacchiere internazionale. Notizie meno positive invece per il Regno Unito, unico Paese tra i membri del G20 ad essere in recessione, laddove persino la Russia, impegnata in una guerra da quasi un anno, non ha accusato gravi ripercussioni tenendo un andamento positivo per i prossimi due anni. Questa situazione ha causato proteste diffuse in tutto il Regno Unito negli scorsi giorni, dove la maggioranza dei cittadini sembra sempre più invocare un nuovo referendum, rimpiangendo il divorzio con l’Unione Europea generato dalla Brexit, soprattutto dopo i numerosi cambi di governo tra i conservatori e, soprattutto, il passaggio della Corona, che ha indiscutibilmente contribuito a segnare la fine di un’era.