LA PRODUZIONE DI VINO ARRETRA, MA NEL MERCATO GLOBALE IL DATO QUALITATIVO CONTA ORMAI PIÙ DI QUELLO QUANTITATIVO
A livello globale, la produzione di vino quest’anno ha raggiunto il livello più basso dal 1961. Secondo le stime dell’Organizzazione internazionale della vigna e del vino, emerse dai dati dei 29 Paesi che rappresentano il 94% della produzione mondiale, sarà l’annata più scarsa degli ultimi 60 anni, il cui bilancio finale sarà intorno ai 244 milioni di ettolitri, con un -7% sulla vendemmia 2022, già sotto la media degli ultimi 5 anni. Dal 2007, tranne il 2011 e il 2014, l'Italia ha detenuto il primato di produzione mondiale di vino, ma quest’anno il primato italiano ha ceduto il passo alla Francia, dopo aver perso il 12% della produzione nazionale, per colpa principalmente di eventi climatici estremi e della peronospera. Il calo della produzione non è necessariamente però da interpretare come una notizia negativa. “Con il consumo globale in calo e le scorte elevate in molte regioni del mondo, questa prevista bassa produzione potrebbe riequilibrare il mercato globale”, sottolinea l’OIV. Pensando alla tenuta dei prezzi del vino, il fatto che la produzione non sia poi troppo abbondante, in una fase in cui i consumi a livello mondiale non sono sfavillanti, potrebbe non essere un male. Il fatto che la Francia stia tornando ad essere il primo produttore mondiale di vino lascia infatti indifferente il presidente dei Vignerons Coopérators de France, Joël Boueilh: “Preferisco avere viticoltori che producono vini che si vendono bene”, ha detto durante una conferenza stampa a metà ottobre. Dalle difficoltà produttive contingenti per il settore vitivinicolo possono essere tratte importanti considerazioni per il futuro del settore, dove – quasi certamente – non sarà il volume produttivo ma il posizionamento di mercato, unitamente ad una promozione dell’eccellenza varietale italiana all’estero e il contrasto ad uno stile di etichettatura allarmistica, salvaguardando la reputazione del consumo di vino sostenendo l’assunzione moderata per uno stile di vita salutare. D’altronde, il riconoscimento attribuito ad un vino italiano, in particolare un Brunello di Montalcino, come miglior vino al mondo del 2023 dal Wine Spectator conferma ancora una volta il successo e le enormi potenzialità del Made in Italy all’estero.