
Gestione della fauna selvatica: cinghiali
L’Ispra nel corso del convegno organizzato da Confagricoltura ed EPS a Viterbo il 13 gennaio ha presentato uno studio sulla presenza del cinghiale in Italia nel periodo 2015-21: si tratta della prima indagine di dettaglio su scala nazionale che ISPRA ha realizzato tenendo conto delle informazioni fornite dalle Regioni e dalle Aree. Sulla base dei numeri disponibili sui cinghiali prelevati e dei parametri reperibili nella letteratura scientifica, ISPRA ha indicato una consistenza minima al 2021 di circa un milione e mezzo di animali. Nei sette anni dello studio l’86% degli abbattimenti di cinghiale (circa 1,8 milioni di animali) è avvenuto in attività di caccia ordinaria e il restante 14% (circa 295.000 animali) in attività di controllo faunistico. Nel periodo 2015-21 il prelievo di cinghiale è aumentato del 45% e, in media, sono stati abbattuti circa 300.000 cinghiali all’anno (di cui 257.000 in caccia ordinaria e 42.000 in interventi di controllo faunistico). Il 30% del prelievo totale (circa 6,3 milioni di animali) è stato realizzato in Toscana e sono sette le regioni che hanno prelevato oltre un milione di animali nel periodo 2015- 2021 (Toscana, Emilia-Romagna, Piemonte, Lazio, Umbria, Liguria e Marche), per un complessivo 73% del prelievo totale. Nel periodo 2015-2021 la stima complessiva dei danni all’agricoltura è risultata di poco inferiore a 120 milioni di euro di danni per un totale di oltre 105.000 eventi di danno. Complessivamente il 36% degli importi (circa 30 milioni di euro) per danni da cinghiale è riferito alle aree protette nazionali e regionali, la restante parte (circa 89 milioni di euro) ad aree non protette. Il quadro di sintesi che emerge dall’indagine di ISPRA descrive un generalizzato aumento degli indicatori (prelievi in caccia, prelievi in controllo, danni) attualmente disponibili per monitorare l’andamento della gestione della specie. Come sottolineato nel corso del convegno questo costante aumento del fenomeno su scala nazionale richiede l'adozione urgente di una strategia di intervento nazionale disegnata sulla base delle più aggiornate conoscenze scientifiche, che integri interventi di prevenzione dei danni e di contenimento delle popolazioni, e che assicuri prelievi selettivi e pianificati coerentemente con l’obiettivo prioritario di riduzione dei danni