
CONFAGRICOLTURA CHIEDE MISURE CONCRETE CONTRO LA SICCITA
Le recenti rilevazioni dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche evidenziano una situazione allarmante in diverse zone del Centro-Sud Italia e delle Isole, con una diminuzione della portata dei fiumi anche in alcune regioni del Nord, nonostante la tendenza generale del Settentrione sia quella della sovrabbondanza idrica. Confagricoltura ha sottolineato l'impegno tempestivo e consistente del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel fronteggiare l'emergenza idrica nel Mezzogiorno, ribadito in Parlamento dal Ministro. Durante il question time alla Camera dei Deputati, il MIT ha illustrato le misure introdotte dal Governo, a partire dalla dichiarazione dello Stato di emergenza nazionale per la siccità in Sicilia il 6 maggio scorso, con un immediato stanziamento di 20 milioni di euro. Inoltre, sono stati messi a disposizione 950 milioni di euro per l'avvio di nuovi cantieri e interventi su opere esistenti, come parte del Piano nazionale per gli interventi da 12 miliardi di euro (PNISSI), di cui il 10% destinato alla Sicilia. La nomina di Nicola Dell'Acqua a Commissario Straordinario nazionale e l’istituzione di una Cabina di Regia presso la presidenza del Consiglio rappresentano ulteriori azioni concrete per affrontare l'emergenza idrica. Tuttavia, resta evidente che queste misure programmatiche non risultano sufficienti per fronteggiare la situazione attuale. Il cambiamento climatico ha posto in essere la necessità di un nuovo modello di gestione dell'acqua per mitigare il rischio di inaridimento, minacciando agricoltura e turismo. Proprio per questi motivi, Confagricoltura ha richiesto ulteriori interventi immediati, sottolineando che le imprese agricole necessitano di strumenti concreti, sia finanziari che infrastrutturali, e non possono essere lasciate sole. Qualche giorno fa, in un incontro a Siracusa con il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, il presidente di Confagricoltura Sicilia, Rosario Marchese Ragona, ha sollecitato il Governo a mettere in funzione tutte le dighe esistenti nella Regione, a vigilare sul regolare funzionamento delle condutture, a attivare i dissalatori e a riutilizzare le acque reflue depurate in agricoltura. La errata gestione delle dighe esistenti, come nel caso della Diga Ragoleto-Dirillo e della Diga Gibbesi, sta infatti lasciando molte aziende agricole senza acqua. Proprio per questo, Confagricoltura Sicilia ha chiesto l’annullamento delle cartelle inviate dai Consorzi di Bonifica agli imprenditori per un servizio inesistente e l’attuazione degli sgravi fiscali previsti dalla dichiarazione dello stato di calamità naturale. Per Confagricoltura l’importanza di una collaborazione efficace con le istituzioni regionali e nazionali resta essenziale per fornire risposte rapide e concrete agli agricoltori e allevatori colpiti dalla crisi idrica, ma restano necessari provvedimenti straordinari per superare le attuali difficoltà e per la pianificazione di interventi strutturali, che si riveleranno essenziali per il futuro dell’agricoltura siciliana